Di seguito elenchiamo le principali novità che il Governo ha annunciato sui rimborsi delle pensioni.
Bonus a partire dal 1° agosto 2015
Dal 1° agosto, circa 3,7 milioni di pensionati, riceveranno un bonus una tantum a titolo di rimborso per il blocco della rivalutazione decisa dal governo Monti nel 2012.
Nella conferenza stampa post Consiglio dei Ministri, il premier ha fatto tre gli esempi per spiegare come funzionerà il rimborso, rigorosamente una tantum, ossia:
In pratica, la media dei rimborsi è pari a 500 euro, come annunciato ieri dal premier Matteo Renzi a “L’Arena” su RaiUno.
Gli esclusi dal rimborso
Non hanno diritto ad alcun rimborso quasi 650mila pensionati, ossia quelli che hanno un assegno superiore a 3.200 euro lordi. Infatti, restituire tutto a tutti, cioè procedere alla totale integrazione degli assegni pensionistici superiori a tre volte il minimo (1.486 lordi al mese nel 2011, quelli a cui si è applicato il blocco delle indicizzazioni dal 2012), sarebbe costato quasi 18 miliardi di euro.
Nuova indicizzazione a partire dal 2016
Il governo ha anche definito come saranno erogate le rivalutazioni a partire dal 2016.
In pratica, chi guadagna 1.700 euro lordi di pensione avrà 180 euro di rivalutazione all’anno, ossia 15 euro al mese. Invece, per gli assegni da 2.200 euro lordi ci saranno 99 euro l’anno, ovvero 8 euro al mese. Infine, per quelli da 2.700 sono 60 euro all’anno, cioè 5 euro al mese.
Nuova riforma nella legge di stabilità
Renzi ha annunciato anche un intervento sulle pensioni nella prossima legge di stabilità avente l’obiettivo di lasciare più flessibilità in uscita e «dare un po’ più di spazio» a chi vuole andare in pensione prima rinunciando a parte dell’assegno.
Il premier ha fatto l’esempio di una nonna: «Se una donna a 62 anni preferisce stare con il nipotino rinunciando 20-30 euro ma magari risparmiando di baby sitter bisognerà trovare le modalità per cui, sempre con attenzione ai denari, si possa permettere a questa nonna di andarsi a godere il nipotino».
Evitata la procedura d’infrazione Ue
Il ministro dell’Economia Padoan ha precisato che «dover fronteggiare tutti gli esborsi implicitamente previsti dalla sentenza della Consulta avrebbe impegnato, per il solo 2015, risorse che avrebbero portato l’indebitamento al 3,6%», ben oltre il limite del 3 per cento, con un esborso di quasi 18 miliardi. «Questo, ha aggiunto Padoan, avrebbe comportato l’ingresso dell’Italia in una procedura di deficit eccessivo, l’immediata rimozione della clausola delle riforme, che la Commissione ci aveva concesso, e il mancato rispetto della regola del debito con la conseguenza di un’ulteriore esigenza di aggiustamento di finanza pubblica che avrebbe invertito la tendenza di crescita dell’economia e di risanamento dei conti pubblici».
Fonte : www.ilsole24ore.com